Il 2022 sarà un anno importante per il mercato immobiliare europeo: il fatturato dovrebbe aumentare del 10 per cento mentre, nei dodici mesi a giugno, c’è un incremento degli investimenti del 35 per cento. Uno studio per l’Italia mette in conto una frenata della compravendite.
Il 2022 sarà un anno da mettere sugli annali per il mercato immobiliare europeo, perché – nonostante i molti venti contrari che stanno soffiando – alla fine dovrebbe segnare una crescita significativa: del 10% (con prezzi in decisa salita, spinti dall’inflazione). In sintonia è atteso muoversi anche il mercato italiano, per il quale il fatturato è atteso crescere del 9,9% a 139 miliardi di euro, che però sconterà anche una flessione delle compravendite residenziali sia nell’anno in corso, a 710mila unità (-5,3%), sia nel prossimo (-5,6% a 670mila).
Il giro d’affari nel nostro Paese dovrebbe comunque continuare a crescere nel 2023 (del 6,5% a 148 miliardi di euro), attestandosi al secondo posto tra i cinque principali mercati immobiliari del continente.
+35% gli investimenti in Europa nei 12 mesi a giugno
Sono i dati più importanti del rapporto presentato alla trentesima edizione del Forum di Scenari Immobiliari, dove si sottolinea la grande ondata di investimenti che ha interessato il settore nell’ultimo anno. In particolare, nei dodici mesi a tutto giugno 2022 il volume totale degli investimenti in Europa ha raggiunto la cifra record di 387,3 miliardi di euro, con un incremento di ben il 35 per cento rispetto all’analogo periodo 2020–2021.
Le stime per quest’anno 2022 nell’area EMEA mettono in conto fra i 320 e i 305 miliardi di euro, con un calo compreso fra il dieci e il quindici per cento rispetto al 2021, che è stato archiviato con circa 360 miliardi di euro. Le previsioni parlano di un comportamento simile anche per la piazza italiana.
Settore resiliente dentro una tempesta perfetta
Il successo del Forum, ha affermato Mario Breglia, presidente di Scenari Immobiliari, è indicatore della trasformazione del mercato che vive una fase delicata, in un contesto economico che affronta una tempesta perfetta, tra guerra, post-Covid, inflazione e crisi politica, che realisticamente continuerà nel 2023.
Breglia usa la metafora dei marinai: per attraversare questo mare, gli esperti sanno che devono navigare di bolina, con un’andatura a zig-zag per risalire il vento. Un’immagine adatta a descrivere la situazione del real estate mondiale. Dopo 2 anni, molto positivi, le imprese del settore sono strutturate e con notevoli capacità finanziarie, la domanda rimane robusta perché basata su innovazione di prodotto e non speculativa, ma le condizioni esterne sono negative.
Quadro travagliato per i prezzi nel comparto retail
Per l’Italia, abbiamo un quadro generale un pò in contrasto. Abbiamo anticipato che per le compravendite residenziali è prevista per il 2022 una chiusura in lieve calo (dopo l’eccezionale performance del 2021), mentre il comparto retail continua a muoversi in un quadro travagliato sul fronte dei prezzi, che nel 2022 dovrebbero registrare una crescita dello 0,8% annuo, mentre la stima per il 2023 è di un aumento del 4,3%.
Segnali ottimi per il comparto retail arrivano dagli investitori, che nella prima parte dell’anno corrente hanno aumentato, rispetto al primo semestre 2021, del 31 per cento i loro volumi giungendo a un totale di 10,3 miliardi di euro. Per il comparto della logistica, le previsioni sulla chiusura del 2022 sono positive anche se più prudenti rispetto agli anni passati (+2,9% i valori quest’anno, +1% nel prossimo.