Per attirare acquirenti stranieri occorre sempre di più puntare sul marketing locale. Bisogna imparare a comunicare il territorio, promuoverlo a livello sensoriale. C’è sempre una storia dietro ad ogni nostra tradizione ed ognuna meriterebbe di essere raccontata.
Tra le numerose conseguenze della crisi sanitaria sul mercato immobiliare c’è stato il brusco calo di compravendite da parte di stranieri in Italia: lo conferma Scenari Immobiliari, che evidenzia come il mercato si sia dimezzato nel periodo 2020-21, con le transazioni passate da 106mila nel biennio 2018-19 a 56mila. Già a partire dal 2021, però, i numeri sono in crescita.
Per il 2021 si stima una ripresa degli acquisti da parte di immigrati con 30 mila compravendite, (+15,4 per cento rispetto al 2020) associata a un fatturato di 2,5 miliardi di euro (+13,6 per cento rispetto al 2020). Lo scoglio del 2020 è superato, anche se rimangono le difficoltà di accesso al mutuo: gli stranieri raramente hanno il cinquanta per cento del prezzo in contanti necessario per l’acquisto. Inoltre, non sempre ci sono sufficienti garanzie per il pagamento del mutuo, anche se, nella realtà, è spesso il nucleo familiare che aiuta chi ha sottoscritto il prestito.
Per il 2022, fermo restando la ripresa economica sostenuta dal recovery fund e un’epidemia sotto controllo, le previsioni sono positive, verso un recupero del livello delle compravendite pre-pandemia.
Buona la domanda per case di dimensione compresa fra 75 e 100 metri quadrati, ma soltanto un acquisto su cinque rientra in questa fascia. La superficie media acquistata, a livello nazionale, è stabile attorno ai 55metri quadri nel 2020.
Nei capoluoghi gli immigrati si spostavano generalmente dalle zone ad alta densità di stranieri, per comprare in quartieri abitati da italiani: questa tendenza si è bloccata.
L’acquisto localizzato fuori dalla città è passato dal 50 per cento del 2019 al 56,2 per cento nel 2020, e si stima ancora in crescita per il 2021 (57 per cento). L’acquisto in zona periferica è mutato dal 34 al 35 per cento, quello in zona semicentrale dal 5 al 4,3 per cento e in quella centrale dal 4,8 al 3,7 per cento. Dati che indicano un peggioramento delle possibilità di acquisto degli immigrati dovuto alla crisi economica innescata dalla pandemia.
Gli acquisti di stranieri si distribuiscono prevalentemente al nord con il 77 per cento, al centro con il 19 per cento, al sud e nelle isole con il 4 per cento.
Secondo l’analisi di Scenari Immobiliari sulla condizione abitativa degli immigrati, nel 2020 il 64 per cento vive in affitto, mentre il 7,4 per cento abita presso il luogo di lavoro e il 7,6 per cento alloggia presso parenti o altri connazionali, mentre il 21 per cento vive in una casa di proprietà.
Nel 2021, continua la tendenza del precedente anno, con un aumento della componente dell’Europa dell’est che passa dal 68 per cento al 70 per cento, il cui ruolo chiave sul mercato degli acquisti è sostenuto dalla crescente integrazione di queste nazionalità. In calo o stabili gli stranieri provenienti dagli altri paesi. In calo gli acquirenti di nazionalità cinese e indiana, rispettivamente al 9,5 per cento e al 10,4 per cento.